Il Prezzo Del Denaro


by Spanking Italian

Essere sempre senza soldi non e' piacevole. Quell'anno poi era particolarmente odioso, perche' ero imbarcato in una compagnia di amici piu' grandi che amavano particolarmente spendere nei bar, nelle piscine, al ping-pong, al tennis, e cosi' via.

In un pomeriggio particolarmente "povero" trovai il modo di infilarmi in un pasticcio grosso, ma come si suol dire, chi e' causa del suo mal pianga se stesso, e cosi', ben presto, avrei fatto.

Nel salotto di casa c'era, in bella evidenza, il portafoglio di P., un cugino inglese di (perlomeno per me) non chiaro grado di appartenenza alla famiglia, il quale passava parte delle sue vacanze da noi, maggiore di me di circa 10 o 12 anni.

Nessuno era in vista, il silenzio era totale, la tentazione irresistibile: nel giro di pochi secondi avevo aperto il portafoglio, preso un biglietto da 10000, richiuso e riposto esattamente nella stessa posizione.

Quel pomeriggio condussi un esistenza felice, tra coca-cola, focaccine, torta, flipper, ping-pong, finche' non svanirono anche quei soldi, e tornai a casa felice e per niente preoccupato o dispiaciuto di quanto avevo fatto.

Il giorno dopo, un giorno uggioso di pioggia, una volta trascorsa la mattina in qualche modo, era davanti a me un pomeriggio tedioso. Ero intento a leggere un giornalino stravaccato sulla poltrona quando sento la voce del cugino P. che mi chiama dalla sua stanza.

Eravamo soli in casa, e lo saremmo stati sino all'ora di cena, e cosi', pensai, vuole fare due chiacchiere o giocare un po' a carte. Illuso che non ero altro.

Riuscivo a capire abbastanza bene il suo inglese, chiaro e preciso e parlato con sufficiente lentezza, cosi' lo ascoltai con curiosita' mista a un po' di timore per quello che avevo fatto il giorno prima.

"Well, boy, do you think everyone must pay the price for things they get, didn't you ?"

"Yes, of course ", rispondo, ed il timore gia' prevale sulla curiosita'.

"So, boy, you were unlucky yesterday, because i was just behind the door and i saw you taking my bag in your own hand and open it, and so taking some money of mine, isn't so ?"

A questo punto compresi di essere in un guaio grosso, e non vedevo vie d'uscita. Colto in flagrante.

"Well...I can give you an explication... I just wanted to go out with friends of mine, and having just some fun, but I haven't money for me...and so i grab yours...bat i assure you that i can refound if...next sunday i'll get my money..."

"This is correct, but insufficient. I think you've been really a bad boy, and I think I've to report this events to rest of family."

Panico. Terrore. Vergogna. Imbarazzo.

"I pray you, don't tell anything! I will refound you, very quickly, and I swear I never, never repeat this!"

Avevo gia' le lacrime agli occhi, confidando nella sua commozione, ma avevo sbagliato persona. Completamente.

"Boy, this is not only a problem of refounding my money, but a problem of your action and your way of life, and I can't offer you my silence, because this was in competition with my education and my background. You understand ? "

Si che capivo, parole e significato. Voleva dire che lui e' rigoroso e io sono un ragazzo cattivo, superficiale e che non potevo sperare di cavarmela restituendo il denaro. Ero disperato. Non era un problema di paura di punizioni, ma di vergogna, di sentire poi il fatto commentato da tutta la famiglia, dagli amici della famiglia, dalla domestica, dai negozianti, insomma da tutto il mondo!

"Yes. I understand that you are hungry and I understand I've made a very bad act, and so you are right in your pourpose. "

Mentre dicevo questo ebbi un intuizione. Cosa ho da perdere, mi dissi. E cosi' proseguii:

"But I think also that I offend YOU and not the rest of family, and so the problem was just between me and YOU, and so, if you agree, I promise you that, if you keep your silence, I will accept YOUR decision about me, and so the question rests about YOU and me, simply."

A cosa pensavo in quel momento ? Semplice. Nella peggiore delle ipotesi, rendergli il doppio dei soldi, nella migliore qualcosa come scrivere 1000 volte "non devo rubare il denaro degli altri". Quanto mi sbagliavo!

"Boy, are you sure on wath are you saying ?"

"Yes. Sure, very sure".

"Well. I Agree. I Will keep my silence, I don't tell anyone what happens between me and you for the rest of my life, but i can decide your punishment and you'll take it".

Alla parola "punizione" un breve fremito, o campanello di allarme, mi sali' tra le nebbie del mio cervello, ma fu rapidamente spento e sommerso da assicurazioni che mi facevo da solo.

"I Agree.", e gli tesi la mano a sugellare il patto.

"Well, boy, now you have to tell me the italian punishment way for kids of your own age, and your experience on this"

"Well... I don't know exactly...For me, generally, sometimes in the past i get some days wiithout TV, or without fun with friends, or some money retail..."

"Now, I understand why you did what you did. You have an absolutly absence of discipline and what you need is just a lot of discipline, and I will give you."

"You will get a really good spanking with my hand and twenty four strokes with my belt. That's all."

Istintivamente, mi porto le mani dietro. Avevo capito fin troppo bene e finalmente mi resi conto di cosa vuole farmi, e in che fottutissimo guaio mi sono cacciato.

Per 10000 fottutissime lire mi vuole SCULACCIARE e prendere a frustate. Il primo pensiero, fanculo, fu che la prossima volta ne avrei prese 50000!

Il secondo pensiero fu che, se non trovavo rapidamente una via d'uscita, mi sarei ritorvato ben presto con il fondoschiena dolorante. Pensavvo rapidamente. Era abbastanza robusto da poter facilmente tenere tessta a qualsiasi mio cenno di fuga o di ribellione

Provai la strada della minimizzazione.

"Well, you can't be serious... It's impossible... You cannot sapnk me...I don't want be spanked by you...Try to think to something else..."

"Boy, i will not think to something else and i'll give you what you deserve, without any other question. You made a pact adn, you know, pacta sunt servanda.

Cazzo, anche il latino!

"ma...non e' possibile...non puoi voler questo..."

Lui capi' benissimo anche sse avevo parlato in italiano, aveva capito perfettamente il mio tentativo di negargli l'autoria' di darmi una punizione corporale e cercava di tenermi vincolato al patto stipulato poc prima: il suo silenzio contro il mio assenzo ad essere punito da lui, ma ancora non sapevo COME!

"It's your choiche, boy. You can get my punishment or you can get disonour and shame from the rest of family. I left you an half hour to take your decision. I'll be back here and I WANT YOUR ANSWER!"

Cazzo. Mi lascio' solo nella stanza, a riflettere. Da un lato c'erano l'umiliaione e il dolor fisico, dall'altra due palle fino a terra ed una questione di stato. Da un certo punto di vista, cominciavo a capire perche' voleva suonarmele: perche' la cosa sarebbe finita li', senza penosi strascichi. Pero', cazzo, si trattava di un esperienza che non avevo mai fatto e che speravo di non fare.

Il tempo passava. Un quarto d'ora dopo ero ancora a riflettere e mi ponevo anche domande del tipo quanto male fara', me le dara' sui pantaloni o pretendera' che me li tolga, sotto avevo gli slip e comunque ero certoche non mi avrebbe fatto spogliare, in fondo non c'era tanta confidenza. In pratica avevo deciso. Meglio patire un po' ora che sorbirmi i soliti sermoni per i prossimi deue anni.

E cosi' rimasi in attesa che tornasse e mi facesse cio' che nessuno mi avevafatto mai. Vi stupiresete se vi dicessi che ero anche un po' curioso ?

Quando P. rientro', alla fine della mezz'ora, ero pronto.

"Well, my boy, what's your answer ?"

"I... will take your punishment..."

Mi strinse la mano con fermezza, mi guardo' negli occhi e mi disse qualcosa come "bravo, non mi hai deluso.", o perlomeno questo era il senso.

Estrasse la cintura da un cassetto, era di cuoio morbido. Appenda la vidi ebbi un fremito.

La poso' sul letto, poi si mise a sedere.

Io ero sempre li', fermo, tra il letto e la porta quasi cercassi ancora una via di fuga. Ma sapevo di essere gia' troppo in la'. Attendevo.

"Well, my boy, now tell me why you're getting spanked"

"Because...i grab your money from your pocket"

"Correct. Anything else ?"

"No... I think"

"You'll be spanked and belted because you've got my money and because you told me lie when i ask you about it. Do you understand ?"

Cazzo, che la facesse finita. Che mi menasse e non se ne parli piu'. (Dentro di me, pero' mi chiedevo ancora quanto male facessero...)

"Yes, I understand"

"And so, what you have to say about this ?"

"I'm sorry, and I swear I never repeat this act"

" Correct. Anything else ?"

NO! volevo urlargli, ma naturalmente gli dissi

"No...I think"

"Don't you think to deserve this punishment ?"

Cazzo, voleva anche che dichiarassi che me le meritavo. Decisi di farla finita, e sia quel che sia".

"Yes I Deserve it and I ask for my punishment now"

Mi avvicinai a lui, sempre con la domanda in testa: mi fara' tenere i pantaloni ?

"Well, boy. If you're ready, we can go on. Take down your trousers, please."

Avevo avuto la risposta. Lentamente, rassegnato, mi sbottonai i pantaloni che caddero immediatamente alle mie caviglie, e pensai bene di sfilarli e posarli sul letto. Non mi sorpresi nel sentire un nuovo fremito...

Mi afferro' per un braccio, ma con dolcezza, e mi stese sulle sue ginocchia, la testa verso il cuscino e i piedi posati sul fondo del letto, il sedere esattamente allineato con il suo busto. Era la prima volta che mi trovavo in quella posizione, cosi' classica per una sculacciatura; ne avevo solo sentito parlare, ma in modo reticente, da qualche amico, e piu' che altro letto in qualche libro e visto in qualche film.

Non c'e' che dire, e' una posizione comoda. In un certo senso invitava a rilassarsi, se non fosse per il fatto che la parte piu' morbida del tuo corpo era completamente esposta ai colpi provenienti dall'alto.

Ero in attesa del primo colpo. Avevo chiuso gli occhi. Stringevo i denti. Aspettavo.

Con orrore, mi resi conto che le sue mani mi stavano calando anche gli slip. Istintivamente misi una mano per cercare di fermarli, ma vanamente. Con la sua mano sinistra mi tenne ferma la mano, accopiandola con l'altra e schiacciandole, senza farmi male, al centro della schiena; poi, cosi' sgombrato il campo da ostacoli, prosegui' nella breve opera di denudare il mio fondoschiena.

Ero molto piu' preoccupato, nonche' molto piu' rosso in viso. Ero molto pudico, non ero abituato a farmi vedere nudo ne' da familiari, ne' da amici, ne' (tantomeno) da estranei.

"Are you ready ?"

Mi sorpresi nel sentire la mia voce quasi naturale

"Yes"

Comincio'.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

I primi dieci colpi, somministrati in modo da colpire la parte centrale dei glutei, li ressi senza troppa fatica. Avvertivo si' il dolore e l'imbarazzo, ma non era poi niente di drammatico.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

Dopo i successivi cinque cominciai ad avvertire un diffuso senso di bruciore su tutta la superfice "trattata", ma continuando a stringere i denti riuscivo a non emettere un suono.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

Qualche sibilo comincia a sfuggirmi. Mi rendo conto d'improvviso che non mi ha detto quante sculacciate avrei preso, e la cosa comincia a preoccuparmi. Nel frattempo, lui continua a colpire meccanicamente, ad un ritmo lento ma costante. E' sempre piu' doloroso.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

Ho perso il conto. Ora non trattengo piu' gli sbuffi, cerco anche di muovermi in qualche modo, ma serve solo ad offrire altre angolazioni a P. perche' continui il suo trattamento. Mi scappa il primo "ohi"

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa!

Ora non trattengo piu' nulla. Grido e strepito quasi ogni volta che la sua mano scende su di me. Dall'alto del mio povero fondoschiena fino all'attaccatura dei glutei con le coscie sento un unico bruciore. Ed ogni colpo e' sempre piu' doloroso.

SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! Bast.. SMACK! Ahaaa! Per fav... SMACK! Ahaaa! No, No, ... SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa!

Il ritmo e' aumentato. non riesco a formulare una frase compiuta tra un colpo e l'altro. Sento che le lacrime cominciano a scedere dagli occhi. Prego che smetta, non ce la faccio piu'.

SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa! SMACK! Ahaaa!

Si ferma. Io praticamente piango, anche se cerco di nasconderlo. Per qualche istante nulla accade, poi sento la sua mano che mi lascia libere le mie. Mi alzo, porto le mani al didietro, sento il calore.

Non mi rendo conto che cosi' facendo mi sono praticamente fatto vedere completamente nudo, anche davanti, da una persona che praticamente non conosco, anche se parente; e d'improvviso capisco che il pudore e' l'ultima delle mie preouccupazioni, visto che mi aspetta ancora la parte piu' dura della punizione.

"You've had enough courage and strength, boy. You can be pride of you.", mi dice, e sento che non scherza: per lui il fatto di aver rettole sculacciate in modo "stoico" e' segno di valore. Roba da matti, dico io, pero' non posso nascondere che la sua frase mi ha fatto piacere.

Questa curiosa sensazione di piacere lascia immediatamente il posto ad una di panico e paura e timore, perche' ha preso in mano la cintura. Lo osservo mentre sistema due cuscini nel centro del letto, mi invita con un gesto a sdraiarmi sopra i cuscini, nel senso della larghezza del letto; mi indica che le mani devono afferrare le sbarre trasversali della rete.

Non appena in posizione sento che le sue mani mi fanno divaricare leggermente le gambe; in questo modo mi immagino di offrire una posizione ideale per la fustigazione: il sedere piu' alto del resto del corpo, le mani occupate a tenermi in equlibrio, le gambe aperte per aprire completamente il fondoschiena ed aumentare la zona di impatto. Tremo. Stringo i denti. Sono pronto. Mi sento in fiamme.

"For the belt, boy, you have to count every stroke BEFORE I give you; so, when you're ready you can start; after every stroke I'll be waiting your count for the next one. Do you understand ?"

"Yes..."

Bisogna che mi decida. Devo iniziare.

"One, please"

Breve pausa.

SLASH!

Terribile. Sara' per l'effetto delle precedenti sculacciate, sara' per la posizione che rende la pelle piu' tesa, sara' perche' ha usato piu' forza, comunque sia e' infinitamente peggio. Riesco a limitare la mia impressione ad un leggiero mugulio

"mh......."

Non riesco a decidere di chiedere il secondo (e devo arrivare a ventiquattro!).

"T-Two...p-please"

SLASH!

"amh......". E' sempre peggio. Stringo le sbarre della rete del letto, mi mordo le labbra per non gridare.

"Three..."

SLASH!

Oddio oddio oddio. Il punto di impatto e' sempre diverso. sembra che prenda la mira.

"F-F-Four..."

SLASH!

Basta, non ce la faccio piu'. Grido.

"Ahiahiahia!"

Non trattengo piu' neanche le lacrime, il dolore e l'umiliazione sono troppo forti.

Dopo qualche istante la sua voce implacabile mi ricorda che devo "chiedere" il quinto colpo, o ricominciera' da capo...

"Five..."

SLASH!

"Ough!"

"S-S-Six..."

SLASH!

"Ahiahiahaih"

"Seven...."

SLASH!

"Ahihahahhaiahhihi". I miei singhiozzi sono continui, adesso. Non sento piu' solo il dolore di ogni singola frustata, ma un continuo bruciore e calore proveniente dall'intero fondoschiena. Non oso pensare al colore che deve aver assunto...

"Eight...."

SLASH!

"Aaah"

"Nine....."

SLASH!

"Ahaihahiah!"

"T-T-T-T-T-Ten...."

SLASH!

Basta. Strinsi i denti e non emisi un solo suono. Fu la contrazione del corpo a tradire il dolore subito. Mi ripromisi di non gridare piu', non volevo dargli questa soddisfazione, e volevo misurare la mia capacita' di resistenza. Ero ormai vinto in ogni pudore, denudato, sculacciato e frustato, ma almeno che non mi si sentisse gridare...

"Ele...Eleven"

SLASH!

"Twelve..."

SLASH!

In pratica il mio solo suono era la voce flebile ed esistante che contava chiedeva il colpo successivo, ed il solo altro suono presente nella stanza era il rumore della frusta che colpiva le parti piu' carnose del mio corpo...

"Thirteen"

SLASH!

"Fourteen"

SLASH!

Aveva cambiato posizione. Era passato alla mia destra, presumibilmente a meta' della fustigazione, per colpire nello stesso modo l'angolatura opposta alla precedente.

"Fiveteen"

SLASH!

"Sixteen"

SLASH!

Ancora otto colpi. Non so se riusciro' fino in fondo a trattenermi. Stringo fino a farmi male le mani le sbarre del letto.

"Seventeen"

SLASH!

Con i denti sono riuscito ad afferrare un lembo del lenzuolo. Almeno ora mordero' questo e non le MIE labbra.

"Eighteen"

SLASH!

"Nineteen"

SLASH!

"Twenty"

SLASH!

Ancora quattro. Coraggio, mi dico.

"Twenty-one"

SLASH!

"Twenty-two"

SLASH!

"Twenty-Three"

SLASH!

L'ultima. Sono stato proprio bravo. Passati i primi colpi, ho preso le misure.

"Twenty-Four"

SLASH!

Per poco non urlo. L'ultima e' stata terribilmente piu' forte delle altre, quasi fosse un sugello. E' finita. rilasso le mie braccia e mi abbandono in un respiro profondo, cerco ancora di trattenere i singhiozzi.

Sento la sua mano che mi accarezza i capelli, mi aiuta ad alzarmi.

Solo ora mi accorgo che ho una mezza erezione.

Mi rivesto, con delicaatezza. P. mi stringe la mano, senza una parola. L'argomento e' chiuso, come aveva promesso. Ma al momento, cio' che mi interessa e' raggiungere il bagno ed immergere in acqua fredda le mie membra arrossate.

Una volta in bagno, mi rispoglio, e con l'aiuto dello specchio tento di valutare le condizioni del mio fondoschiena

Rosso, Rosso, Rosso! Non vi sono segni particolari delle frustate, se non qualche lieve traccia ancora piu' rossa del rossore generale. Roba da chiodi.

Mentre mi siedo sul bidet, con l'acqua fredda che mi da' sollievo, avverto strane sensazioni dentro di me. Non sono scioccato come dovrei. Sento che cio' che e' avvenuto e' naturale e logico. Ho sgarrato, ho pagato, e' finita. Brucia, fa male, e' umiliante, ma si esaurisce subito; e una volta passato il dolore e raffreddato il sedere, restera' solo il ricordo. Strano, ma vero. Non ero ne' disperato ne' angosciato.

...

Alcuni giorni dopo, il ragazzo che ci ha raccontato questo episodio bussa alla porta della stanza di P.. Una volta entrato, in un chiaro e lento inglese gli dice che nel pomeriggio del giorno precedente ha rubato un gelato da un negozio insieme ai suoi amici. Ora e' pentito di cio' che ha fatto, ma crede di meritare una punizione. Vuole essere cosi' gentile da somministrargliela ? Senza attendere la risposta, si abbassa i pantaloni, si rimette nella posizione della volta precedente e prima di afferrare le sbarre del letto si sfila gli slip.

"One, sir, please".


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