Giustizia è Fatta


by Spanking_italian

Nel 1974 andavo in 1a media, il mio compagno di banco e compagno di studi più o meno fisso aveva la mia età, si chiama(va) F. ed era figlio unico. Una mattina fummo interrogati insieme a Storia e (per me stranamente, visto che è sempre stata la mia materia preferita) prendemmo entrambi un magnifico quattro.

Finita la scuola, mi incamminai verso casa e lungo la strada incontro la mamma di F. che mi chiede, casualmente, come era andata a scuola.

Io, ingenuamente, le racconto tutto, compreso il voto mio e di suo figlio, senza minimamente pensare alle conseguenze che potevano succedere.

Così, quando quel pomeriggio andai a casa di F. per studiare, lo trovai incavolato nero con me e la spiegazione non tardò a venire fuori.

"Perchè hai detto a mia madre che avevo preso 4 a storia, accidenti a te!"

Rimasi senza parole, perchè mi resi conto improvvisamente che avevo fatto una cazzata micidiale.

Riuscii solo a chiedergli se si erano incavolati

"Se si sono incavolati ? Guarda qui!"

E così dicendo, con mia somma sorpresa, si gira e contemporaneamente si abbassa i pantaloni del tony e le mutande, esibendomi il fondoschiena sul quale si notavano numerose strisce rosate ed un generale rossore. Gliele avevano suonate di santa ragione, come si suol dire.

"Cazzo, F., mi dispiace, non immaginavo che ti picchiassero per un brutto voto..."

Avevo le lacrime agli occhi, ma contemporaneamente non riuscivo a togliere lo sguardo dallo spettacolo che avevo davanti agli occhi.

"Perchè non ti sei limitato a tenere la bocca chiusa, o a dirle che era andato tutto bene"

"Ma tanto prima o poi l'avrebbero saputo, ragiona, sarebbe stato peggio"

F. si rivestì e si voltò nuovamente verso di me, reinvestendomi, meno arrabbiato ma comunque concitato

"Dubito, visto che quando mia madre è tornata a casa mi ha chiesto come era andata, se mi avevano interrogato, io le ho detto di no; e quindi prima me le ha date lei e poi me le ha date mio padre, con la cinghia, quando è venuto a casa per pranzo, una dozzina per il voto e due dozzine per aver cercato di fare il furbo, più non so quante sculacciate con la mano da mia madre. Non so cosa intendi per peggio"

Chinai la testa, perchè non sapevo cosa dire. Per me era una cosa fuori dal mondo, nè immaginavo che potesse succedere a qualcuno che conoscevo, che era mio amico, e oltretutto per colpa mia; vagamente pensavo che forse erano anche meritate, ma non mi sembrava il caso di dirlo.

"Non hai niente da dire ?"

"Cazzo vuoi che ti dica, stai tranquillo che d'ora in poi sarò più muto di un pesce, ma certo che anche te potevi dirmelo che i tuoi erano così severi, non sono mica indovino!"

"Indovino no di sicuro, ma se tu fossi mio amico ci avresti pensato da solo e ora ti porresti il problema di come ripagarmi."

"Certo che sono tuo amico, vaffanculo! Non dirlo nemmeno per scherzo che non sono tuo amico! Che cazzo ne so che te le suonano per un quattro a storia ? E se ti bocciano che fanno, ti ammazzano ?"

Vedendo la vemenza della mia reazione un po' si calmò.

"Non dire scemenze. Primo, non mi bocciano, secondo, se mai succedesse (e mi tocco le palle) mi picchierebbero per una settimana di seguito, mi chiuderebbero in casa per un mese, ma mica mi uccidono!"

"Vabbè, lascia perdere. Ti giuro che mi dispiacie, non succederà più e sono pronto a fare quello che vuoi per ripagarti, compreso che se vuoi me le puoi dare a me, basta che poi facciamo pace e non se ne parla più."

"Si, era quello che pensavo anch'io. Se ti faccio esattamente quello che hanno fatto a me, saremo pari, e la faccenda sarà chiusa."

Accidenti, pensai. Ormai è fatta, non posso certo dirgli che ci ho ripensato, ma non avrei mai immaginato che gli sarebbe andata bene. Ero preoccupato, imbarazzato, ma anche, è inutile negarlo, eccitato e curioso.

"E allora facciamolo e basta.", gli risposi.

"Sganciati i pantaloni, allora".

Mentre armeggiavo con le bretelle e i bottoni dei pantaloni, F. tirò fuori la cinghia e la dispose sul letto. Poi ci si mise a sedere e con un gesto mi invitò a stendermi sulle sue ginocchia.

Zampettando, impedito dai pantaloni calati a mezza gamba, mi avvicinai a lui, con la maglietta che mi copriva lo stato di parziale eccitamento (per fortuna, pensai, se no magari crede che mi piaccia!...), mi tolsi anche le mutande (e riflettevo sul fatto che era la prima volta, in tanti anni che ci si conosceva, che mi vedeva nudo) e mi sistemai nella posizione classica per essere sculacciato, per la prima volta nella mia vita.

Mi accorsi che mi alzava meglio la maglietta, per scoprire interamente il fondoschiena; chiusi gli occhi e strinsi i denti, nell'attesa del primo colpo.

SMACK!

Non saprei come definirlo, sicuramente doloroso, bruciante, ma non sapevo cosa aspettarmi; tutta la situazione era grottesca, strana, intima e al tempo stesso imbarazzante, il silenzio era assoluto, rotto solo dai colpi che piovevano sulle mie natiche; stoicamente, volevo arrivare in fondo senza aprire bocca.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

Non stavo contando i colpi, erano sicuramente più di trenta, ma d'altronde non era stato specificato prima, e se adesso F. mi stava imbrogliando non avevo modo di scoprirlo. Cominciavo però a sentire il dolore sempre più intenso, e cercavo di ripararmi con le mani.

"Togli le mani o sarà peggio!"

Era evidente che F. si era calato perfettamente nella parte e non aveva alcun rimorso nel picchiarmi così a lungo, e probabilmente stava ripetendo gesti e parole che lui stesso aveva subito poche ore prima. Tolsi le mani, aggrappandomi al bordo del letto, e lui ricominciò.

SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK! SMACK!

"Basta...Basta, per favore!"

"Si, per ora basta. Ora ti lascio 10 minuti di riposo e poi ci sono le frustate."

Mi rimisi in piedi, massaggiandomi il fondo schiena dolorante e, immaginavo, abbastanza arrossato.

"Fa' vedere"

F. mi esaminò il culo, con uno sguardo concupiscente e ammirato; probabilmente si sentiva di aver fatto un buon lavoro!

Mi tirai su le mutande, più che altro per nascondere l'ormai completa eccitazione. Posai lo sguardo sul mio amico e mi sembrò di vedere, al di là della stoffa dei pantaloni del tony, un gonfiore assolutamente inaspettato. Ma era troppo imbarazzante approfondire il discorso.

Nel frattempo F. aveva messo una seggiola nel mezzo della stanza, immaginai che servisse per mettermi in posizione per la seconda parte del "risarcimento" e infatti non mi sbagliavo.

Vidi F. che prese la cinghia, dominai un senso di panico e attesi le istruzioni.

"Chinati sulla seggiola, dalla parte della spalliera, devi afferrare con le mani il bordo del sedile. Forza."

Feci come mi disse, e mi tornarono alla mente un paio di episodi, visti alla TV, di ragazzi puniti più o meno nello stesso modo (ma sui pantaloni...)

da quella posizizone, chinando la testa, potevo vedere F. attraverso le mie gambe e la spalliera della sedia e di nuovo ebbi l'impressione di un gonfiore sospetto; in quanto a me, ero certamente eccitato, me ne rendevo conto e non sapevo dare una spiegazione, se non quella che, a mia memoria, ero sempre stato attratto da scene come questa, e adesso la vivevo direttamente.

F. finì di spogliarmi, alzandomi la maglietta e abbassandomi le mutande e sperai che non si fosse accorto dell'improvvisa resistenza che aveva trovato l'elastico nello scorrere sul davanti.

"Quando sei pronto dimmelo, e conta i colpi".

"Sono pronto", risposi, stringendo forte il bordo della seggiola.

WACK! "Hu..uno" WACK! "DDue.." WACK! "Treee.." WACK! "Qua...quattro" WACK! "Mmmm Cinque" WACK! "Seiiiii"

QUeste sì che facevano male, molto di più delle semplici sculacciate a mano aperta. Il fatto di contare i colpi aiutava comunque a concentrarsi e a non gridare di dolore ad ogni colpo ricevuto.

WACK! "Set..te" WACK! "Ottooo" WACK! "N..nove" WACK! "Dieci" WACK! "Und...dicii" WACK! "Doodici"

Probabilmente a causa della sua posizione (alla mia destra) sento i colpi arrivare principalmente sulla parte sinistra del fondoschiena; qualche colpo è arrivato nella parte alta, qualcun'altro (i più dolorosi) nella parte bassa delle natiche

WACK! "Tre.....dici WACK! "QUATTORdici (quasi urlato) WACK! "Quindici WACK! "Sedic....i WACK! "Dic...iass...ette WACK! "Diciotto...

Cè una pausa, mi accorgo che ha cambiato posizione, ora è alla mia sinistra; sento le lacrime che corrono giù per le guance ma non posso farci niente. Non faccio più neanche caso allo stato di eccitazione...

Continua....


More stories by Spanking_italian